- L'allenamento si deve basare sul principio del sovraccarico: superate di poco il livello precedente, riposate e ripartite.
- Il concetto di gradualità è insito nel termine "di poco". Non è possibile bruciare le tappe. Chi esagera, dura poco.
- Il concetto di riposo sportivamente si traduce nella capacità di recuperare gli sforzi. Un atleta allenato ha capacità di recupero eccezionali. Pertanto: non pensate di essere immortali e immuni da infortuni. In genere gli infortuni si verificano nella fase iniziale (principiante) o nella fase di runner evoluto semplicemente perché il carico di lavoro è eccessivo rispetto alle potenzialità del soggetto.
- Imparate a conoscere i meccanismi energetici del nostro corpo. Il combustile è rappresentato da carboidrati, grassi e, in minima parte, proteine. Per intensità blande il corpo brucia una buona quota di grassi (almeno il 50%) ed è in equilibrio aerobico (non si ha il fiatone quando si corre); aumentando l'intensità, si bruciano maggiormente carboidrati e, se la velocità si cresce ancora, ecco che l'equilibrio si rompe e interviene un meccanismo che non ha bisogno dell'ossigeno, dà energia in tempi brevi, ma produce scorie (acido lattico) che inceppano l'organismo producendo un blocco nella prestazione: l'atleta riesce a mantenere lo sforzo solo per tempi molto brevi.
- A seconda della distanza che si vuole correre, è necessario usare il meccanismo energetico che dia la migliore resa.
- In altri termini, data una certa distanza, per ottimizzare la prestazione l'atleta deve correrla in maniera uniforme a un ritmo che consenta di sfruttare al meglio i suoi meccanismi energetici per quella distanza; tale ritmo è detto ritmo gara sulla distanza in questione.
- In caso di infortunio, ricordate che il riposo sportivo è attualmente una delle migliori terapie. Non fate gli eroi.
- Non esistono integratori che possano migliorare significativamente la prestazione atletica.
- L'uso di strumentazione non deve impedire la completa conoscenza di sé stessi e il perfetto autocontrollo.
- L'uso del cardiofrequenzimetro per evitare esagerazioni pericolose o come unico allenatore rivela una sostanziale incapacità di capire sé stessi e la corsa.
martedì 14 dicembre 2010
I 10 comandamenti del runner
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