
Giancarlo
Figlio di una vecchia generazione. Vecchia generazione longeva, che ha saputo combattere e sopravvivere alla 2° guerra mondiale, e con tutte le sue difficoltà, tra la povertà e il nulla, ha saputo insegnarci i principi morali della Vita. Oggi, invece, raccogliamo senza remora, il frutto della finta libertà propinataci dal ’68 e dalle facili illusioni, dove il rigore morale che avrebbe dovuto modellare i nostri comportamenti è andato completamente perduto. Gli attuali contenitori televisivi e i talk-show si danno battaglia. Non hanno più un’idea precisa e frullano in continuazione il sacro con il profano, pur di agganciarsi alle alte vette della Dea Audience, creando nell’immaginario della gente, ma soprattutto delle nuove generazioni, quelle più pure, confusione e falsi ideali. Nel momento in cui sembra tutto perduto, accade all’improvviso di avere ancora una chance. Per chi ha fede, vede arrivare dall’alto una mano provvidenziale: “ E’ la più grave crisi economica mondiale dopo quella del 1929 “. E’ un segnale tangibile della Crisi dei Valori. Gli altarini si scoperchiano e si comincia ad intravedere ciò che l’uomo è capace di creare, ma nello stesso tempo di distruggere. Dalla Terra alla Luna, passando per una Tangente chiamata Capitalismo.E’ un evento straordinario, che dovrebbe portarci tutti con i piedi per terra, e invece si continua a fare finta di niente. Si è convinti che qualcosa cambierà.Ma lasciamo che siano gli altri a farlo per Noi. Una voce unanime dice: è solo questione di tempo, tutto ripartirà come prima. Eppure la Vecchia generazione, che pian piano se ne và, ormai giunto al suo capolinea, ci insegnò a suo tempo, che per alzarsi bisogna imparare a cadere, senza pensare troppo alle brutte figure, le quali fanno parte della nostra vita umana. E allora, basta con le retoriche e armiamoci di coraggio, se vogliamo realmente difendere la nostra LIBERTA’, prima che il lumicino si spenga del tutto. In questo principio credo fermamente, e mi sforzo ogni giorno, di trasmetterlo ai miei figli, sgomitando tra l’indecenza e la cupidigia del quotidiano. Non farsi ammaliare dalla futilità delle cose, facili e pronte all’uso, ma affascinarsi che il Futuro è sempre meglio del presente, soprattutto con l’impegno di ogni giorno nell’amore e nel lavoro. Vivo al pensiero che un giorno mio figlio/a potrà dire, così come penso dei miei genitori, sono orgoglioso/a di essere stato figlio di una generazione che ha saputo sopraffare la “guerra” nell’ambito della stessa civiltà.