martedì 14 dicembre 2010

I 10 comandamenti del runner

  1. L'allenamento si deve basare sul principio del sovraccarico: superate di poco il livello precedente, riposate e ripartite.
  2. Il concetto di gradualità è insito nel termine "di poco". Non è possibile bruciare le tappe. Chi esagera, dura poco.
  3. Il concetto di riposo sportivamente si traduce nella capacità di recuperare gli sforzi. Un atleta allenato ha capacità di recupero eccezionali. Pertanto: non pensate di essere immortali e immuni da infortuni. In genere gli infortuni si verificano nella fase iniziale (principiante) o nella fase di runner evoluto semplicemente perché il carico di lavoro è eccessivo rispetto alle potenzialità del soggetto.
  4. Imparate a conoscere i meccanismi energetici del nostro corpo. Il combustile è rappresentato da carboidrati, grassi e, in minima parte, proteine. Per intensità blande il corpo brucia una buona quota di grassi (almeno il 50%) ed è in equilibrio aerobico (non si ha il fiatone quando si corre); aumentando l'intensità, si bruciano maggiormente carboidrati e, se la velocità si cresce ancora, ecco che l'equilibrio si rompe e interviene un meccanismo che non ha bisogno dell'ossigeno, dà energia in tempi brevi, ma produce scorie (acido lattico) che inceppano l'organismo producendo un blocco nella prestazione: l'atleta riesce a mantenere lo sforzo solo per tempi molto brevi.
  5. A seconda della distanza che si vuole correre, è necessario usare il meccanismo energetico che dia la migliore resa.
  6. In altri termini, data una certa distanza, per ottimizzare la prestazione l'atleta deve correrla in maniera uniforme a un ritmo che consenta di sfruttare al meglio i suoi meccanismi energetici per quella distanza; tale ritmo è detto ritmo gara sulla distanza in questione.
  7. In caso di infortunio, ricordate che il riposo sportivo è attualmente una delle migliori terapie. Non fate gli eroi.
  8. Non esistono integratori che possano migliorare significativamente la prestazione atletica.
  9. L'uso di strumentazione non deve impedire la completa conoscenza di sé stessi e il perfetto autocontrollo.
  10. L'uso del cardiofrequenzimetro per evitare esagerazioni pericolose o come unico allenatore rivela una sostanziale incapacità di capire sé stessi e la corsa.

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