sabato 31 luglio 2010

Correre con se stessi...

Questa mattina per un acquazzone torrenziale non ho incontrato i soliti amici runner, ma appena il sole è apparso nel cielo e con la pioggia ormai arresa al suo apparire, ho messo le scarpette e acceso il lettore mp3. Non correvo da solo da molto tempo e percorrendo il ponte verso il mare, mi sono ritrovato immerso nella musica e nei pensieri mentre in lontananza il cielo azzurro maculato da fiocchi di nuvole si tuffava nel mare, tutto intorno dorme ancora o si sta svegliando, predomina il silenzio. Solo qualche macchina in giro, a sprazzi mi fa compagnia una pioggerellina delicata, che mi bagna senza che me ne accorgo troppo, le pozzanghere fanno condurre il mio percorso a zig zag per evitarle, arrivo sul mare e mi dirigo verso la spiaggia di Pane e pomodoro la strada è pregna d’acqua e come specchi riflettono il mondo.
La corsa mi sta rilassando e divertendo, giro di boa alla fontana e rientro verso casa. La mente viaggia lontana ma un profondo senso di benessere invade il mio corpo è benché la fatica inizia a sentirsi è ripagata dalle sensazioni che questo bellissimo sport ti offre, non c’è dubbio la corsa è un’ottima palestra di vita, t’insegna che se vuoi veramente ottenere qualcosa devi lottare fino in fondo, non prendere scorciatoie anche se a volte i traguardi sono lontani e sembrano non arrivare mai. Ancora un chilometro è arrivo a casa, i pensieri e la musica mi sembrano così belli, penso di non essere nato per correre, ma la corsa l’ho incontrata, mi ha dato tanto ed oggi ho riscoperto la fortuna di poter praticare questo sport che oltre al corpo fortifica lo spirito e permette di ritrovare se stessi.

Enzo

Finalmente l'antidoping, per quanto...

Sono in Puglia, sponda ionica a metà strada tra Taranto e Gallipoli, da ormai due settimane. Sfrutto la possibilità di starmene in un luogo tranquillo e dove si respira aria pulita per cominciare a preparare la maratona autunnale. Non mi risparmio negli allenamenti e il pensiero delle gare per ora non mi sfiora. Sono carico di allenamenti e quando un amico mi riferisce di una gara sui 12 km a Santa Sabina (BR), mi metto in testa di fare corsa media in compagnia. Non immaginavo fosse gara seria, del calendario nazionale Fidal, né mi tocca il pensiero di “scaricare”. Venerdì sera mi faccio 50' di fartlek a fuoco, al sabato 75' di progressivo e gara/medio la domenica sera, per poi rifare medio anche lunedì mattina. Arrivo a Torre Santa Sabina accompagnato dai miei primi fans (papà e mamma) e trovo un discreto impianto organizzativo. Capisco che non è una garetta di paese. Ben presto l'incontro con i forti amici/avversari Francesco Minerva e Vincenzo Trentadue mi dà la conferma che ci sarà da faticare. Con dei pullman di linea ci trasferiscono a Torre Guaceto, in una bellissima riserva costiera, da dove parte la competizione. Il via alle 18.10, con leggero ritardo e con piccolo giallo per un sistema un po' “naif” di dare il via alla gara: il giudice dà lo start sparando, poi corre sull'auto dell'organizzazione che è pochi metri davanti alla linea di partenza e che viene “investita” dalla massa dei podisti. Siamo costretti ad andare per campi, giacché la sede stradale (un tratturo sterrato largo non più di 3 metri) è occupata dall'auto ancora ferma... Ma nel giro di 500 metri l'ordine è ristabilito. Correremo per 12 km per lo più sterrati o su stradine coperte dalla sabbia marina, tra le dune. Un'esperienza davvero suggestiva, correndo da sud verso nord, da una torre all'altra nella riserva, con mare, dune e ginepreti sulla destra e campi, case sparse o piccoli villaggi sulla sinistra. Lo sforzo è notevole, sia per il fondo sconnesso sia per un fortissimo vento che soffia contrario lungo tutto il percorso. Francesco è in forma e si vede subito, al secondo chilometro allunga su me e Vincenzo e farà gara a sé. Io e Vincenzo ci
diamo una mano, con un vento così forte sembra una competizione ciclistica, in scia si sta bene, al vento sembra di scalare lo Stelvio... Pensavamo di “girare” comodamente a 3'15”/km e invece fatichiamo a correre a 3'35” di media; questo dà la misura della durezza della competizione. All'arrivo abbozziamo una volata, ma capiamo che secondo o terzo posto fa poca differenza e sportivamente arriviamo insieme, sostanzialmente un “ex aequo”. Qui finisce la gara propriamente detta e comincia l'avventura dell'antidoping. Ho 29 anni e negli ultimi 17 ho sempre corso, normalmente a un discreto livello. Gareggio spesso e in gare piuttosto serie, ma mai ero stato controllato. Oggi è la mia prima volta e sono felice che finalmente sia successo: nell'atletica sul suolo italiano si vedono “cose che voi umani non potete nemmeno immaginare” eppure nessuno (di quelli che hanno potere e mandato di farlo) investe in politiche per la verifica e il ripristino della regolarità delle competizioni. Spero che il controllo al Trofeo Due Torri sia un sintomo di rafforzamento delle verifiche in termini di frequenza degli interventi e di tipologia di gare controllate (è su strada che si vedono più anomalie prestative, non in pista...), ma temo che sia una proverbiale “mosca bianca”. E' un controllo che non era stato annunciato prima del via, perciò appena arrivati veniamo trattenuti da non ben identificabili giudici/medici/organizzatori che ci dicono: “i primi 8 assoluti restino qui che li portiamo all'antidoping”. Io di antidoping non ne avevo mai fatti prima, ma conosco le procedure a menadito: ho letto le regole WADA e ho i riscontri dei racconti di amici atleti che avevano già ricevuto controlli. Perciò mi fermo in zona traguardo, resto a disposizione e nel raggio visivo dei “controllori” (a dire il vero sto proprio fermo appoggiato a una transenna),
non assumo alcunché (acqua, ristori o affini) aspettando che siano i responsabili eventualmente a fornirmi acqua in confezioni sigillate. Ma – dalla mia posizione – noto tutta una serie di imprecisioni procedurali: agli atleti arrivati e da controllare viene detto di restare in zona perché ci saremmo trasferiti nella struttura del Pronto Soccorso per il controllo. Fin qui nulla di male, se non che l'espressione “restate in zona” viene interpretata da alcuni come: “vado al ristoro e mangio qualcosa (anguria, integratori, acqua e qualche biscotto)” e/o “vado alla mia auto a prendere una maglietta pulita e un documento d'identità”. Chi va a farfalle non mi sembra sia seguito a vista. Non c'è nessun professionista, perciò interpreto la cosa come approssimazione o distrazione... A un certo punto mi rivolgo a un tizio in bermuda e camicia a righe grigio-verdi, che è vicino a me da qualche minuto, e faccio alcune considerazioni su queste “libertà” di movimento e azione proceduralmente scorrette (anche se sostanzialmente non cambiano l'esito dei controlli). Il tizio risponde qualcosa, poi dopo alcuni minuti mi fa: “vabbé, intanto che tornano gli altri cominciamo ad andare noi a fare il controllo”. Così scopro che era uno dei medici incaricati dei controlli, sebbene abito vacanziero e assenza di tessera identificativa non lo lasciassero nemmeno intuire. Arrivo al locale adibito all'antidoping, c'è dell'acqua sigillata e chiedo se posso bere; permesso accordato e bevo. Il mio controllo durerà poco (analizzano solo le urine e non ho avuto difficoltà emotive a fare pipì sotto gli occhi del controllore) e sarà condotto scrupolosamente da un altro medico, con tanto di badge “Antidoping Officer” con nome e cognome in evidenza. Nel frattempo arrivano nella stanza altri uomini, quelli dal quarto all'ottavo classificato, che sono tutti tesserati master o amatori... Scatta la diatriba se il controllo per i primi 8 assoluti debba essere condotto sui primi 8 arrivati o sui primi 8 delle categorie assolute (allievi-junior-promesse-senior). Dopo un'accesa discussione tra i medici i 5 amatori-master vengono congedati. Un tale, non identificabile in un ruolo specifico, va a cercare (alla chetichella tra coloro che prendevano il ristoro?) altri assoluti classificati (erano 11 iscritti in
tutto). Intanto il dibattito prende un'altra piega: le assolute iscritte sono solo due! E allora? Si controllano le prime 8 arrivate, a prescindere dalla categoria di appartenenza. Come dire, due sessi due misure... Qualcun altro va ad avvisare i medici donne (per i controlli delle donne, giustamente, ci sono medici di sesso femminile) che vanno portate al controllo le prime 8 arrivate. Spero che nel loro caso siano state avvisate e fermate nell'immediatezza dell'arrivo e non recuperate nella folla festante. Fatto sta che il tempo passa a prescindere da cosa combiniamo noi omicciatoli. Alle 21.45 finalmente Enzo – con l'ausilio di quasi 8 bottigliette d'acqua, del fresco della sera e del “tifo” di noi amici atleti – riesce a fare plin-plin e noi assoluti andiamo alle premiazioni (ormai pressoché terminate), mentre nel pronto soccorso ci sono ancora alcune donne che hanno difficoltà ad urinare e un ragazzino (penso al massimo uno junior) che è agitatissimo e dopo oltre due ore
dalla fine della gara di riempire la boccetta proprio non sembra aver intenzione e che magari farà tardi per l'appuntamento con la fiamma estiva...A parte peccati di approssimazione tra il fine gara e il controllo effettivo (probabilmente perché due medici non assistiti non hanno il dono dell'ubiquità e nemmeno sei paia di occhi periscopici...), cui credo si potesse ovviare con l'aiuto degli organizzatori, a parte le scelte difformi tra uomini e donne e a parte il forte ritardo del cerimoniale causa “minzioni in corso”, sono contento di essere andato a Torre Santa Sabina, di aver gareggiato con Francesco e Vincenzo nella splendida area di protezione naturalistica e di essere stato controllato. Chissà che il pachiderma non si stia muovendo...

Scritto da Tito Tiberti
Mercoledì 28 Luglio 2010 - www.podisti.net 

giovedì 29 luglio 2010

MOTTOLA: 9° prova del Trofeo Corripuglia 2009

[Post di Antonio P.] L'8 agosto 2010 si ripete. Mi auguro che la gara vada deserta per il bene dello Sport, quello serio e sano. Almeno in alcune circostanze, le REGOLE vanno rispettate, anche a costo di rimetterci il "vile denaro". Non si può proporre un recupero in un mese prettamente festivo dove la maggior parte dei Podisti che si impegna a partecipare durante tutto l'anno, onorando il Campionato del CORRIPUGLIA, anche senza nessuna velleità di classifica, è quasi costretto a rinunciare per il motivo sopra citato. Si pensi, invece a chi corre per i primi posti nelle rispettive categorie. Che danno! E non mi si venga a dire che bastano le migliori 16 gare, perchè fa parte di una MORALE, quella di non cambiare le carte mentre si sta giocando. Da sempre AGOSTO è stato un mese per rifiatare e per fare qualche piccola garetta, magari a fartlek. Per non parlare di queste fastidiosissime gare pomeridiane. Ma chi le ha acclamate? Ogni volta che parlo con un amico-podista, mi sento dire: ma perchè non corriamo anche d'estate alle 09:00? Si percepirebbe meno caldo rispetto alle 18/19:00.Forse c'è qualcuno che decide per Noi, e che da molto tempo non corre più! Non si possono accettare simili soluzioni. Gli errori sono inevitabili, fanno parte dela Natura dell'Uomo, ma vanno affrontati con Coraggio e non seduti "comodamente" dietro una scrivania. Mi auguro che fino all'ultimo prevalga il Buon Senso.  Fiducioso e speranzoso Vi saluto TUTTI.

venerdì 23 luglio 2010

domenica 18 luglio 2010

Correre è una fatica con il caldo poi....


Questa mattina con 30°, umidità oltremisura partono alle ore 6:00 fiacchi per la notte insonne il gruppetto degli irriducibili: Enzo, Diana, Donato, Enzo, Michele, Roberta, Vittorio, molte le assenze per l’effetto “saturday night fever”. Ci dirigiamo verso il centro percorrendo il primo ponte (Ponte Padre Pio) dopo Viale Magna Grecia impegniamo il secondo ponte, l’umidità unita al caldo soffocante rende il percorso disagevole.
Sul lungomare la città è ancora assopita pochi runner in circolazione, un ciclista un po’ in difficoltà cade rovinosamente io e Michele lo soccorriamo, niente di grave solo qualche piccola abrasione. Giunti alla fresca fontana delle “Quatt facch” ci rifocilliamo e la nostra foto reporter scatta qualche foto agli irriducibili, si prosegue per Bari vecchia correndo nelle fresche strade della città vecchia, tra signore concentrate nella realizzazione delle “orecchiette” e passanti incuriositi. (post pubblicato su: http://allblacksrunners.blogspot.com/)

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Distanza 8,03 km

sabato 17 luglio 2010

ALL BLACKS RUNNERS - Commenti